Tratta da un romanzo di Philip K. Dick, la serie racconta di un passato alternativo in cui gli USA hanno perso la seconda guerra mondiale, il loro territorio è stato diviso tra Germania e Giappone, il nazismo ha trionfato e milioni di persone sono morte. Ma c’è una resistenza e soprattutto ci sono delle pellicole che dimostrano l’esistenza di una o più realtà parallele in cui hanno vinto gli Alleati. Questi film sono stati girati dall’uomo dell’alto castello, personaggio in grado di viaggiare tra i mondi che in quattro stagioni si vede pochissimo e che in tutta la serie mantiene un ruolo marginale, chissà nel libro. Gli episodi si sviluppano in tante direzioni, con diversi protagonisti e storie minori che si intrecciano ma che non riescono a decollare né a superare una lentezza esasperante. La prima stagione è curiosa, la seconda e la terza quasi inutili, la quarta finalmente si anima un po’, salvo poi finire in malo modo. Ci ho messo due mesi a vedere tutte le puntate, un pezzo per volta in pausa pranzo con il caffè che mi ha salvato dal sonno e, nonostante spunti notevoli e ottime interpretazioni, non sono affatto soddisfatto, sarebbe stato meglio guardare altro, andare a manifestare contro la guerra o contro Prime Video o perfino viaggiare nel multiverso tramite una bottiglia di whiskey.