– Ti piace Baricco?
– Non lo seguo da tanto ma mi piacerebbe andare ad un suo concerto…
– OK, siamo partiti col piede sbagliato. Forse è meglio che andiamo a mangiare una pizza.
Due giorni dopo stai lì, seduto sui cuscini, sul palco del teatro in cui tra qualche minuto Baricco terrà un reading sul tema della giustizia o, come dirà in seguito, della giustezza. Stai lì e scambi qualche parola con chi ti è accanto e non crede di essere ad un concerto, mentre il regista dà indicazioni su come e dove accomodarsi, le telecamere ti girano intorno in attesa di iniziare la diretta, la gente prende posto. Stai lì e guardi la platea dall’alto, la galleria dal basso e la piccola tribuna di fronte sapendo che non sei venuto solo per guardare. Arriva il protagonista e tu applaudi con la mano sinistra che batte sulla destra immobile e sorridi nel constatare, ancora una volta, quanto questo simpatico paraculo sia bravo a vendere l’ego di se stesso e a posizionarsi in mezzo alla gente, un gradino sopra. Ma sa scrivere bene e narrare ancora meglio e tu non puoi non apprezzare un personaggio del genere, quindi sorridi di meno e applaudi muovendo entrambe le mani. Del resto sei lì per lui. E hai pagato il biglietto.
Calano le luci e inizia la lettura. Ascolti. Devi soprattutto ascoltare: la voce di Baricco, le parole di Tucidide, l’atmosfera che quella parentesi sulla guerra del Peloponneso crea intorno a te. Sparta e Atene, due potenze con “dei caratteri che sono tipo Borg e McEnroe oppure Mourinho e Guardiola: non sono solo nemici perché il destino li ha messi gli uni contro gli altri ma sembrano fatti apposta per odiarsi perché il loro profilo è completamente differente”. Immagini Borg e McEnroe ma pensi più a Federer e Nadal. Vedi le scintille tra Mourinho e Guardiola ma sai che il Rumble in the jungle, lo storico incontro-scontro sul ring tra Ali e Foreman, due culture e due concezioni di vita totalmente opposte, sarebbe stato più pertinente. Per un attimo ti illudi, pensi di sapere qualcosa di più di Baricco, hai un argomento che lui non conosce e del quale tu sai praticamente tutto, un esempio che avresti proposto meglio al pubblico. Un altro attimo e ti correggi perché ti rendi conto che le cose a te note e a lui ignote sono senza dubbio superiori a una. Lui però le sa scrivere meglio.
Ascolti e ti isoli dal mondo fuori. Sei attento, divertito e piacevolmente coinvolto, un tutt’uno con il teatro e la gente che lo sta riempendo. Sei parte di quell’evento che non sarà eccezionale però ti rapisce e rende il clima diverso. Ogni istante, ogni verso, ogni persona vivente, presente o solo citata assume in quel contesto un fascino nuovo. Allora capisci che, da lì a poco, qualcuno ti colpirà più degli altri. Lo sai, sei fatto così. Lo cerchi. La cerchi. Lei è seduta da qualche parte non lontano da te e, come te, è rapita da quella lettura. E finalmente la vedi. Prima non potevi notarla, avresti soltanto guardato una ragazza oggettivamente bella. La musica nell’aria invece, Baricco, Tucidide, tutti gli spartani, gli ateniesi, gli abitanti di Melo, la trasformano e le regalano quell’elemento in grado di rendere ciò che è solo bello in ciò che ti piace. Lei quella sera ti piacerà come mai nessun’altra e questo fino alla fine del reading. Che puntuale finisce. Con gli applausi a due mani, la gente soddisfatta, lei bellissima. Non saprai se, uscendo dal teatro, ti piacerà ancora come in quei momenti ma non ti interessa, non è importante. E’ importante che il fottutissimo Baricco queste tue sensazioni le avrebbe raccontate meglio.
Tutto potrebbe essere niente in un altro contesto, con degli altri colori, in una luce diversa e un profumo diverso. È quando quel niente diventa tutto in qualunque contesto, con qualunque colore, in una luce qualunque e un profumo tra tanti, che capisci che sarà dovunque. E comunque. Con o senza Baricco.
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Esatto. Lo hai spiegato benissimo. Sei più vicina a Baricco di quanto lo sia io.
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Menomale che ci sei.
E stasera ho detto tutto
Ti abbraccio Top
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Grazie…
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Potrei avere ragguagli sull’esserci? Quando si ha la sensazione che qualcuno ci sia?
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Quando risponde.
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Grazie. Che sollievo. Mi rincuora moltissimo, specie dopo aver letto di uno morto che on è morto. E’ solo nell’altra stanza. Mi si è ghiacciato il sangue all’idea di essere circondata di fantasmi e non essermene mai accorta.
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e tu per chi fai il tifo?
ps…c’aveva la faccia da acidona! tzè!
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Io tiferò sempre per Melo!
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Mannaggia è la stessa cosa che penso sempre io: vabbè sta dicendo una cosa scontata, vabbè banale, vabbè melenso… Però cazzo se non le sa raccontare le cose!
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Ecco, è proprio così. Le sa raccontare e le sa scrivere.
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Evito di parlare di Baricco (poichè lo odio moltissimo), mi butto sul gossip: l’hai fermata la tizia? Le hai detto che la ami, sì?
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No, perché finito lo spettacolo è finito tutto il resto.
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Lieto fine? No, lesta fine.
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Non sono così sicura che le avrebbe raccontate meglio.
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Grazie! Ho visto la tua nuova casa ma mi serve un po’ di tempo per visitarla meglio. Passerò presto, fammi trovare un pezzo di torta al limone. O anche al cacao.
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E’ già nel forno, scommetto che il profumo arriva fin lì.
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E’ arrivato infatti e lo sto seguendo. Tra poco sentirai bussare alla porta.
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Io ti voglio bene anche se non sei Baricco. E poi Baricco mi son già stancata di leggerlo, mentre le tue parole…son qui ancora a leggerle.
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Allora sono più fortunato di lui.
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Dovresti inserire un tastino “Mi piace” anche per i vari commenti. Ce ne sono un paio qui che mi piacciono molto e non posso “agire”.
Organizza anche tu un reading così, io ti vengo a vedere di sicuro. Pago anche il biglietto, eh.
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Niente tastino. Se ti piace, puoi scrivere “Mi piace” oppure incollare una foto della tua mano con il pollice alzato. Si confonderebbe con il gesto dell’autostop ma non importa.
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Questa soluzione vale solo per chi ha il pollice opponibile. E io come faccio?
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Puoi usare un altro dito.
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Eh, l’impronta digitale.
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Baricco è il mio legame di sangue con l’Italia e ti invidio l’aver vissuto questo momento nevroromantico che, come tale, associa il lirismo all’immanente. Ti odio.
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Signorina, il suo blog è un vero delirio.
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Baricco è solo uno dei tuoi legami di sangue con l’Italia…
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il problema di Baricco è che riesce a farti intuire in una sola frase una storia immensa che, essendo priva di contorni, si adatta benissimo a qualsiasi persona (segando le gambe il cuoricino a pezzettini).
infame tessitore d’inganni.
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E’ solo uno dei problemi di Baricco ma anche uno dei suoi miglior pregi. Infame, sì.
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Esattamente. Non importa dove/come/quando. Succede quella cosa ed è pregna di ogni cosa. Poi muta e si orienta altrove. L’attimo ha più senso sempre. Per questo dovremmo vivere d’istanti, ma non sempre riesce. L’elevazione si paga a caro prezzo. Amo sempre leggerti.
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Se non riesce è perché non sempre siamo capaci di creare quell’atmosfera da cui nasce il momento. Credo però che dipenda principalmente da noi.
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Tucidide? No, non è ber adesso. Berò gi ho bensado sbesso.
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Un maschio, qui, manco a pagarlo, eh. Vedo che non è cambiato niente.
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Toh, chi si vede…
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È comprensibile, signorina. A furia di farsi seghe, sono diventati tutti ciechi e questo nero non li aiuta. Preferiscono i blog chiari come il suo, infatti. E Saramago non c’entra.
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Sono fantastici i punti di vista.
Tu pensi che baricco (scritto tutto piccolo perchè mi innervosisce come pochi) avrebbe potuto raccontarlo meglio.
Io credo invece che non ci sarebbe riuscito nemmeno se si impegnava tanto…ma tanto tanto.
baricco non ha i tuoi occhi.
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Beh, non ho parole… grazie.
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Anch’io ho quei sentimenti ambivalenti nei confronti di Baricco. Non nel senso che lo vedo leggere e credo di essere ad un concerto, eh. 🙂
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“Quasi tutti gli uomini sono dei narratori nella relazione fondamentale con se stessi…”Robert Musil.
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Concordo.
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Questa ti risponde che le piacerebbe andare ad un concerto di Baricco…e tu le paghi pure il biglietto per una sua lettura!? Eeeeh,le ingiustizie della vita!
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No. Infatti ho scritto di una persona che “non crede di essere ad un concerto”. Era un’altra. E comunque non le ho pagato il biglietto.
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